Marco Milanesi, RADIO GAS
Portare nel jazz la ricchezza espressiva del linguaggio del poeta irlandese W.B. Yeats, questo l'intento del cantante e chitarrista Giorgio Rossini. Lui stesso si è preso cura di adattare testi e musica, realizzando questo disco insieme a buoni compagni di viaggio. Il respiro di fondo è quello di un jazz moderno, di quel tipo che permette di esplorare spazi ampi di introspezione, che suggerisce con una certa spontaneità il punteggiare degli aspetti lirici e di riflessione in cui i testi di Yeats inevitabilmente fanno incorrere l'ascoltatore. Questo incrocio di cose è interessante, per lo meno originale. Se poi vogliamo aggiungere che di voci maschili nel panorama del jazz italiano ce ne sono davvero poche, il risultato è ancora più incoraggiante.
In questo lavoro si incontrano alcuni momenti intensi, soprattutto in quei brani che vedono l'inserimento del sax tenore di Marco De Cotiis, il quale riesce a dare un buon risalto al racconto di Rossini. Anche dal suono d'insieme scaturiscono piacevoli atmosfere, quando "gotiche" quando più liete, probabilmente assecondando il senso delle liriche del poeta irlandese.
Non opterei per un ascolto in un verde prato che ricordi l'Irlanda, troppo scenografico. Piuttosto sceglierei un angolo della casa comodo, dove poter leggere le liriche del poeta irlandese con tutta calma.